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al testo di Mariano Bonato
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Ahi respiro maree e gorghi d'acidi, fluttuanti pesci, sugheri, alghe e rami, torti e persi fra gli infidi catrami, del lento strangolio fini fallaci.
Mi curvo a voi saccenti e perspicaci ominidi, a voi mi dilisco in stami e piango morti più che infiniti ami, più che il digiuno o il rosolare in braci.
Pesce divengo, senza umanità e del limio eterno, tra cartine al tornasole e una pizza battuta,
memore soltanto dell'assoluta tossicità, presagisco la fine, con souvenir ed ogni altra vanità. |
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